Entrò in città Nessuno parlava. Ma tutti lo guardavano.
Uomini, donne, anche bambini… tutti lo fissavano. Con rispetto? Paura? Riverenza?
Poi una voce squarciò il silenzio.
> "Sir Sylon Andralon!"
Una guardia in armatura blu notte gli si avvicinò, inginocchiandosi.
> "Perdonateci, ma… perché siete in città senza scorta? Il re è in apprensione. Vi prego, torniamo al castello."
> "C-castello…?"
Non ebbe tempo di rispondere. Venne condotto su un carro, attraversando ponti è torri di vetro fino ad arrivare davanti a un colosso d'architettura.
Un castello nero e maestoso, Cancelli d'ossidiana si aprirono lentamente davanti a lui.
Fu accompagnato all'interno, lungo corridoi di marmo e arazzi che lo ritraevano... in battaglia.
> "Cosa… che cosa sta succedendo?"
Poi fu lasciato solo in una stanza. Immensa. Uno specchio alto quanto una parete.
Sylon si avvicinò, e vide se stesso. Ma non era lui.
I capelli più lunghi. Gli occhi più freddi. Una cicatrice sul sopracciglio destro. E quell'aura… come se fosse qualcuno che il mondo intero temeva.
> "...Cosa sono davvero io?"
Una porta si spalancò alle sue spalle.
> "Sempre a fingerti importante, eh?"
Un ragazzo lo fissava. Più alto. Stessi occhi, ma pieni di disprezzo.
> "Nullità come sempre, fratellino. Nessuno ti vuole. Sei persino tornato dalla morte… e per cosa? Per piangerti addosso?"
> "Tu… chi sei?"
> "Sei talmente inutile che non ti ricordi neanche il nome di tuo fratello maggiore, io sono il 3 figlio dei Andralon, Valis Andralon e sono quello che ti odia di più di tutti gli Andralon."
Sylon fece un passo indietro. La rabbia cresceva, ma anche la confusione.
> "Ti vuoi anche uccidere, di nuovo? Fallo. Risparmiaci l'imbarazzo."
Poi una nuova voce interruppe tutto.
> "Silenzio."
Dalle ombre emerse un uomo alto, con occhi gelidi e un mantello color sangue.
Il fratello chinò il capo, stringendo i pugni.
> "Valis. Puoi andare."
> "Sì, padre."
Uscì senza aggiungere altro.
Sylon restò immobile. Solo.
Davanti a quell'uomo che sembrava terribile.
L'uomo lo guardava come valis ma non del tutto uguale.
> "Sylon… finalmente sei tornato."